Stereotipi contemporanei e radici scordate della danza del ventre
La bellydance, comunemente conosciuta in Italia come danza del ventre, ha da sempre conservato, in special modo per i suoi danzatori, un profondo significato che si districa per mezzo di differenti fattori.
Nella danza del ventre possiamo di fatto ritrovare legami con la forza ed il rispetto della femminilità, la fierezza e la diretta passione proveniente dai sensuali ritmi Orientali racchiusi nella belly dance contemporanea.
La vera danza del ventre, pur essendo una danza intrattenitiva parecchio sensuale, possiede ad ogni modo un adeguato rispetto nei confronti del corpo della donna, molto distante da ciò che viene odiernamente rappresentato come danza orientale nei night club o spesso e volentieri (in maniera totalmente errata ed ignorante), anche dai mass media.
Esistono infatti profondi ed innumerevoli dibattiti che indicano lo scontro intellettuale, anche tra gli stessi danzatori, sui tipi e sugli stili di rappresentazione esistenti della belly dance di oggi.
Molti stili purtroppo tralasciano la tradizione e mantengono vivo solo l’aspetto della sensualità e prosperità femminile, spesso e volentieri cadendo in quel lungo e oscuro abisso rappresentato dalla volgarità e dal richiamo esplicito del civettare anzi che del ballo stesso.
Purtroppo come altre moltissime arti centenarie, nate da concetti totalmente differenti da quelli che traspaiono oggi, la danza del ventre ha subito grandi cambiamenti nel tempo, anche per quanto riguarda l’aspetto del senso e del significato intrinseco degli stili rappresentativi di danza appartenenti.
Come ogni forma d’arte che si rispetti, la bellydance è mutata, integrando e contaminandosi con altri stili innovativi e maggiormente Occidentali (come ad esempio, alcune linee della danza classica o contemporanea); fino a qui nulla di grave, anzi, l’arte viene arricchita da altra arte.
Il problema nasce dal momento in cui l’arte subisce un radicale cambiamento a seconda della zona o del periodo storico nel quale viene impiegata.
Cambiare per necessità, risulterà per l’arte sempre come un sopruso, dettato non tanto da una necessità stilistica, quanto più da una necessità banalmente commerciale: la storia contemporanea della danza del ventre è un esempio di quanto tutta l’arte subisca cambiamenti notevoli a seconda di specifiche richieste da parte di un pubblico caratterizzato maggiormente dal piacere dell’immagine piuttosto che da quello artistico.
Nel corso del ventesimo secolo la danza del ventre orientale, presso alcune nuove situazioni venutesi a creare per assecondare i nuovi metodi di intrattenimento, risulta perciò molto distante dall’essere considerata come un’arte.
Per molti generi di rappresentazioni recenti, la belly dance risiede esclusivamente in uno stile appartenente all’erotico, rivolto specialmente ad un pubblico di tipo maschile, che desidera più che altro concentrare l’attenzione sui fianchi e seni prosperosi e dondolanti delle danzatrici dai movimenti accennati all’Oriente, piuttosto che sulla vera e distinta preparazione atletica ed artistica delle stesse.
Questo è ciò che rovina l’arte e che la rende al pubblico per quello che non è realmente, la crescente richiesta di danzatrici più prosperose, ammiccanti e belle, piuttosto che brave e tecniche è sempre maggiore.
Riducendo così l’arte ad una mera cornice fittizia, che occorre solo per giustificare l’ornamento costumistico delle danzatrici, completamente ignare alla reale e centenaria tecnica proveniente dalle danze Orientali.
Oggi questi clichés sono di dominio pubblico nella maggior parte dei Paesi Occidentali, grandi danzatrici anche assai belle, di presenza e molto ben equipaggiate dal punto di vista tecnico, sono state surclassate da ballerine meno consapevoli, perciò maggiormente economiche, che però erano pronte a scendere a patti con i voleri del pubblico maschile o dei proprietari dei vari od eventuali locali di spettacoli artistici.
Speriamo vivamente di poter tornare un dì a rivedere la bellezza delle danze Orientali senza compromessi o deformazioni inutili della loro arte inimitabile.